SUL BONUS PREMIALE VA RESPINTO L’ATTACCO SINDACALE

Nel variegato panorama contrattuale delle scuole lombarde stiamo registrando realtà nelle quali la nostra posizione sul bonus (La valorizzazione dei docenti e l’attribuzione del “bonus” – Aggiornamento Ottobre 2020) è passata forse con qualche mugugno ma senza che si scatenassero particolari conflitti. In questi casi conta molto la determinazione con la quale un dirigente scolastico argomenta la propria posizione. Purtroppo in altre realtà scolastiche siamo invece al conflitto conclamato e allo stallo tra opposte visioni relative alla questione.

Il momento è particolarmente delicato, poiché se una parte del nostro fronte dovesse cedere si rischierebbe una disfatta. I cardini della nostra posizione discendono in linea diretta dall’analisi dell’evoluzione legislativa e contrattuale che abbiamo riportato nel primo paragrafo dell’opuscolo sopra citato: è sufficiente andarla a rileggere. Il bonus non è stato eliminato, come era negli auspici del sindacato di comparto. La strategia sindacale di attacco alla legge 107/2015 è risultata vincente sulla chiamata diretta (e infatti ne scontiamo le conseguenze con le GPS!) ma non sul bonus. Tanto è vero che il CCNL 2016/18 sia all’art. 40, comma 2, che all’art. 24, comma 4, punto c4, sottoscritto dalle stesse sigle sindacali che oggi fingono di ignorarlo, fa esplicito riferimento alla necessità di fare salva la finalizzazione a favore della valorizzazione del personale docente.

Non è neanche vero che non esiste più il comitato di valutazione e che i criteri vanno contrattati con la parte sindacale. Innanzitutto il sindacato non è titolato ad entrare nel merito di una valutazione qualitativa della professionalità dei docenti; in secondo luogo nessuno, ad oggi, si è peritato di abrogare o di modificare l’art. 1, comma 129 della legge 107/2015. L’unica modifica apportata alla norma riguarda il comma 128 e l’estensione potenziale del beneficio ai docenti con supplenza annuale o fino al termine delle lezioni.

Si tratta di dati incontestabili. Malgrado ciò, il sindacato di comparto sta tentando di conquistare ai tavoli contrattuali d’istituto quello che non ha ottenuto né in sede di modifica legislativa né in sede di contratto collettivo. Cedere alle loro posizioni significa accettare un’interpretazione distorta ed interessata del quadro normativo e questo non può essere condiviso da chi riveste una qualifica dirigenziale ed è garante del principio di legittimità.

Si raccomanda pertanto a tutti i colleghi di attenersi a quanto indicato e di seguire la procedura descritta nel secondo paragrafo dell’opuscolo inviato ad ottobre. Sono comprensibili eventuali mediazioni sui termini dell’accordo, ma non il cedimento sui principi generali.

[Allegato 1: Opuscolo sul bonus]

[Allegato 2: Presentazione della collega Briani in occasione della recente Scuola Quadri NW]

[Allegato 2: Quesito di ItaliaScuola]